martedì 11 novembre 2008

A Gubbio tra tartufi e altre leccornie

Nel giorno dei Santi con le mie amiche Giulietta e Isabella mi sono fatta un giro nella bella Umbria, più precisamente a Gubbio, dove si teneva la XXVII Mostra Mercato del tartufo. E noi...dato che abbiamo buon fiuto, ci siamo ben organizzate per esserci e fare incetta di cose buone.
Partenza intelligente alle 11:30, arrivo ancora più intelligente verso l'una, quando tutti erano a pranzo a festeggiare Ognissanti. Abbiamo trovato subito parcheggio vicino agli stand della mostra, situati in una piazza proprio davanti alle mura e alle viuzze medievali da cui si accede al Centro storico. Entrate dentro la mostra (l'ingresso era gratuito) abbiamo visitato il Bengodi: oltre a banchi che promuovevano e vendevano il tartufo, c'erano vari espositori di tutte le regioni italiane, per cui ci si poteva tranquillamente scofanare un arancino (cosa che ho fatto subito), taralli pugliesi, caciocavallo, peperoncini e 'nduja calabresi, cioccolato del Piemonte e via così. Abbiamo assaggiato l'assaggiabile, praticamente a mo' di ruminanti abbiamo fatto tappa in tutti gli stand per gustare qualcosa. Abbiamo anche fatto degli acquisti, soprattutto di specialità al tartufo (salse, creme, condimenti) e di formaggi.
Dopo la mostra, che abbiamo visitato con tutta calma e senza folla, abbiamo deciso di fare un giretto in centro. La giornata non prometteva un gran tempo, il cielo grigio ci aveva accompagnato per tutto il viaggio ed appena arrivate avevamo dovuto aprire l'ombrello ma....una volta incamminateci verso il centro, abbiamo trovato ad attenderci un bel tappeto rosso sotto i piedi ed il sole caldo sopra la testa!

Grazie mille per l'accoglienza, modestamente arriviamo noi.....

Il centro storico di Gubbio è piccolo, come dice la guida di Isabella “sono 5 strade parallele e non ci si può perdere”. Il paese è davvero graziosissimo, ben tenuto e passeggiare per le sue viuzze è molto piacevole.
Ovviamente non potevano mancare le foto ai luoghi più celebri, che hanno fatto da sfondo alla fiction “Don Matteo”.
Il Palazzo dei Consoli

La Piazza Grande e la caserma dei Carabinieri, che nella realtà è il Palazzo Pretorio.

Dopo un'altra sosta in un negozietto di souvenir e in uno di prodotti tipici (tanto per non farsi mancare nulla) abbiamo preso la via del rientro e prima di chiudere questa piacevole giornata ci siamo bevute un aperitivo sul Lago, a Passignao sul Trasimeno. Peccato l'ambiente fosse un po' morto, l'ultima volta c'ero stata a maggio e mi ricordavo una tale confusione....Il risotto mantecato con la crema tartufata al formaggio che mi sono cucinata una volta a casa ha confermato pienamente la bontà degli acquisti fatti, da leccarsi i baffi!

martedì 30 settembre 2008

Berlino, città ideale

Sono tornata da un fine settimana di lavoro a Berlino e devo dire che sono rimasta davvero colpita da questa città che mi aspettavo interessante, ma forse non così tanto. Prima di partire tutte le persone a cui avevo menzionato questo imminente viaggio mi avevano mostrato il loro entuasiasmo per Berlino, la sua vita culturale, il fermento artistico, le tante novità architettoniche che l'hanno ridisegnata dall'89 ad oggi..Ed in effetti Berlino è questo, ma è anche molto di più.
Arrivata all'aeroporto di Tegel, il bus n. 109 che passa ogni 10 minuti va direttamente verso il centro. Il crocevia fondamentale per muoversi in autobus è il famoso zoo (sì, proprio quello del libro) dove arrivano e partono bus per ogni quartiere della città. Il mio hotel era a Kufurstendamm (o come la chiamano i berlinesi "Ku'damm"), il cuore della allora Berlino ovest, il viale dei negozi, delle boutique, delle villette in stile liberty che una volta, prima del pazzo, appartenevano alla più ricca borghesia ebraica. Se qualcuno di voi andrà a Berlino e sarà alloggiato nel centro storico, dallo Zoo si deve cambiare autobus e prendere il n. 100 o il n. 200. Tutto è estremamente chiaro, ad ogni fermata c'è un cartello elettronico che informa entro quanto tempo arriverà l'autobus desiderato e la precisione tedesca non si smentisce: se c'è scritto 1 minuto stai certo che dopo 1 minuto preciso l'autobus è lì. Come a Firenze con l'ATAF, uguale. Il biglietto si fa in bus, gli autisti sono cortesissimi, tutti parlano inglese e qualcuno abbozza anche un italiano stentato, ma fa piacere comunque! Dall'aeroporto di Tegel alla porta del mio hotel ci ho impegato 25 minuti, come da Roma Fiumicino al centro di Roma.....(ma quando mai?).
Dopo l'ingresso e la sistemazione in hotel ho deciso di andare in centro, visto che il meeting a cui dovevo partecipare sarebbe iniziato la mattina dopo ed erano solo le 16:00. Così bus 109 fino allo zoo e bus 100 fino ad Alexanderplatz. Nel tragitto si passa in mezzo al Tiergarten (il grandissimo parco della città), davanti al Reichstag dove finalmente, dopo l'incendio provocato dai seguaci del pazzo nel 1933, i bombardamenti della seconda guerra mondiale e la dismissione in epoca di guerra fredda, è tornato a riunirsi il Parlamento tedesco. La sua cupola in vetro che svetta è suggestiva ed all'altezza del tanto clamore suscitato
Poi si passa dalla famosa Porta di Brandeburgo


e giù per la Unter den Linden costeggiando gli edifici delle ambasciate, sia vecchi che nuovi ed innovativi, l'Opera, fino all'Isola dei Musei. Qui sono scesa e dato che i musei berlinesi il giovedì sono aperti fino alle 22.00 mi sono vista tutto il Museo di Pergamo (superbo), l'Altes Museum e la Galleria Nazionale. Una goduriaaaaaaaaaaaaa. Il Pergamon Museum con l'omonimo altare, la porta di Tebe ricostruita coi pezzi originali, la bella mostra su Babilonia è stato memorabile, alla faccia di chi dice che i bei musei ce li abbiamo solo in Italia. Sì, sono in Italia, ma sono anche altrove.














Negli altri giorni alla fine del meeting sono sempre scappata in centro e ho visto il resto: la Alexanderplatz coi suoi edifici a effetto "socialismo reale", la Gendarmen-markt, con le cattedrali francese e tedesca, deliziose.










Mi sono fatta anche un giro in battello sulla Sprea, fiume navigabile da cui si gode di una vista della città diversa e molto molto suggestiva. Ho preso l'ultimo battello della sera, c'eravamo solo io e una collega, è stato forte, il battello andava solo per noi! Peccato che al posto della collega non ci fosse stato che so...George Clooney...
Ho visitato anche il memoriale dell'Olocausto, nella strada che conduce a Postdamer Platz. E' stato oggetto di molte discussioni prima dell'apertura, come tutte le cose nuove, ma io l'ho trovato molto interessante e suggestivo: è costituito da parallelepipedi neri posti in verticale su un terreno molto ondulato. L'altezza progressiva dei parallelepipedi insieme all'ondulazione del terreno fa sì che mano a mano che cammini non vedi più il cielo e questi volumi sembra che ti cadano addosso: un effetto di soffocamento che rende molto l'idea delle sensazioni che hanno potuto provare le vittime delo sterminio, il senso di non vedere un'uscita, il sole, la speranza....


Sono molti i luoghi della memoria a Berlino, sia dei tempi del nazismo che di quelli del muro. Il muro non c'è più ma è ovunque. I suoi resti sono pochissimi ma tutti, guide comprese, quando illustrano i monumenti o i quartieri dicono "qui c'era il muro; questa era Berlino Est" etc. E' una divisione che ha segnato molto la città e si sente tuttora, la memoria del muro non si è cancellata, anche se il nuovo volto di Berlino è senza dubbio preponderante sulle immagini della vecchia divisione.

I conti con la storia i tedeschi li hanno fatti e li fanno tuttora, forse più degli altri. I monumenti alla memoria sono sempre semplici, senza iscrizioni solenni alla francese o all'italiana (la patrie reconnaissante......in memoria dei valorosi caduti...), senza la retorica che non permette di riflettere. Asciutti e lineari, adatti a stimolare il pensiero di chi li vede. Il rogo dei libri comandato dal pazzo è ricordato con un buco nel pavimento della piazza dell'Opera: il buco è coperto da un vetro che permette di camminarci sopra e di vedere che cosa c'è sotto: scaffali di una libreria, vuoti. Ecco qua, senza parole, senza frasi inutili, la gente guarda e parla, riflette.
Dal serio al faceto, si spende davvero il giusto sia per mangiare che per bere, che per divertirsi, i ristoranti sono molto buoni (anche la buona cucina non è vero che è solo in Italia) le porzioni molto abbondanti, la birra fantastica.
E' una città che consiglio di visitare. Ci sono tanti artisti, botteghe d'arte, atelier fotografici, tutti trovano modo di esprimersi. E poi i concerti, le feste, le mostre, ce n'è davvero per ogni gusto.
I trasporti sono fantastici, oltre ai bus la metro porta ovunque e anche il treno sopraelevato (la S-Bahn) collega tutti i quartieri. Il biglietto giornaliero integrato per tutti i mezzi costa 6 Euro, per tre giorni 15 euro, per una settimana 24 Euro e vai dove e con cosa ti pare. La sera non mi sono mai sentita a disagio o insicura, c'è tanta gente in strada, sui ponti, nei treni, negli autobus, in giro nonostante il freschino (facevano dai 7 ai 15 gradi). Insomma da tornarci, tre giorni sono pochi ed avrei voluto fare e vedere di più. Se la Mens Sana ci fa il regalino ci si torna per le Final Four 2009 ......che sogno sarebbe, non pensiamoci nemmeno!!
Difetti? Che non parlo tedesco sennò ci andrei a vivere subito. Sicuramente il clima non è gentile, ma credo valga la pena sopportare il cielo grigio ed il freddo per avere in cambio tutto quello che la città offre, soprattutto in termini di stile e qualità della vita, di rispetto per i tempi dei cittadini, dei grandi spazi pubblici per stare insieme e passeggiare, del traffico mai caotico, delle macchine che si fermano anche fuori dalle strisce (come a Milano, uguale). Dopotutto, se manca il caldo o il sole, anche a Berlino ci sono i solarium (e una seduta costa meno che a Montevarchi!!!).

mercoledì 3 settembre 2008

Ogliastra

L'anno scorso lessi un bell'articolo sulla terra sarda di Ogliastra nei Viaggi di Repubblica ed ebbi l'impressione che quello fosse un luogo ancora poco conosciuto, dove trovare una Sardegna autentica fuori dalle rotte della Costa Smeralda, ma anche di San Teodoro, dove se vai a passeggio la sera capace che ti senti chiamare per strada dal tuo vicino di casa. E io sinceramente quando sono in vacanza, meno facce conosciute vedo, meglio sto. Inoltre è la terra di uno scrittore che amo molto, Marcello Fois, ai cui romanzi fa spesso da sfondo. Quindi da amante del turismo letterario qual sono ho voluto provare e ho deciso di trascorrere le ferie in questa zona della Sardegna che si trova tra il Gennargentu e il mare.
Abbiamo prenotato un bell'alberghetto a Lanusei, nell'interno, a circa 15 minuti dal mare. Il fatto di essere in collina ci ha evitato le zanzare e l'afa della costa e ci ha fatto vedere un paesaggio verdissimo, pieno di olivi, lecci, querce e tanti peri carichi di frutti squisiti!! Andare al mare viaggiando per quelle strade tortuose ci ha fatto scoprire degli scorci stupendi. Originali gli speroni rocciosi di Ussassai ( i famosi tacchi), che svettano dai boschi. Per andare da Lanusei a Ussassai a mangaire il "porceddu" in una baita nel bosco abbiamo incrociato per strada solo due mucche e la bellezza della natura!


E poi...il mare.....Porto Frailis...



Il Golfo di Orosei con le sue calette...


La Torre di Barì'.....
Qualsiasi spiaggia è bellissima e soddisfa anche una rimpiscatole come me, che amo l'acqua trasparente e chiara allo stremo, ed allo stesso tempo mai affollata (era fine luglio), né incasinata o sporca.
E poi la cucina sarda è stato il non plus ultra: culurgiones (ravioli ripieni di ricotta e pecorino dalla tipica forma ovale...quelli che ho mangiato con il sughetto ai finghi ancora me li sogno), malloreddus, porceddu, formaggio ed il buonissimo Cannonau. Per chi ama il vino, la cantina sociale del Cannonau a Jerzu http://www.jerzuantichipoderi.it/ merita una visita...io ho portato a casa tre casse come provviste per l'inverno.
La gente poi è fantastica, riservata ma accogliente, gentile e premurosa. Nei paesi si trovano ancora le signore vesitite di nero da capo a piedi e le processioni coi santi portati a spalla (nel sud è tipico vederle, ma qui in Toscana sono ormai molto rare).

Bel posto che consiglio sinceramente.
Ero così triste di partire che nel traghetto mi sono dimenticata di spegnere i fari alla macchina così al nostro arrivo a Piombino la batteria era andata e sono stati dolori!!!
Brusco ritorno alla realtà dopo 10 giorni in una terra ancestrale e antica